Le acque sacre del ninfeo romano di Capo Mulini Antonio Tempio LA SICILIA Martedì 26 Marzo 2013 L'edificio romano di nuovo visibile dopo l'opera di pulitura grazie alla sinergia tra Università etnea e Parco della Valle di Aci in cui archeologi e studenti hanno lavorato insieme C'era una volta un tempio romano. O meglio, c'era una volta una fontana romana trasformata poi in edificio templare. Pochi lo sanno, ma la struttura è nascosta fra le case del borgo marinaro di Capo Mulini, a poca distanza da un tratto di mare anch'esso zeppo di reperti. Il monumento fu messo in luce per la prima volta nel 1952 dall'archeologo palermitano Guido Libertini, sulla base della provenienza di alcuni oggetti e di un ritratto marmoreo di Giulio Cesare. Per assurdo però da quella scoperta è cominciato un graduale abbandono: il tempio è stato presto dimenticato e una fitta vegetazione ha ricoperto i ruderi. Negli anni Settanta sarebbe poi scattata la liberalità de...